Perché è fondamentale
1- Leggere è innanzitutto fondamentale per essere individui indipendenti.
Leggere ci permette di comprendere cose al di fuori delle apparenze, e ci può dare un'idea diversa di visione del mondo,del bene e del male, da diversi punti di vista. Per cui, ci aiuta ad essere indipendenti e a sviluppare modi di pensare differenti da chi ci circonda giorno dopo giorno.
2- La lettura apre e amplia la mente.
Leggendo si imparano molte cose, da nuovi termini a nuove conoscenze, e ciò permette di ampliare il nostro patrimonio di conoscenze e anche la nostra apertura verso il mondo. Tante informazioni noi le recepiamo nei libri e traiamo spunto da esse per nostre riflessioni future, anche nella vita di tutti i giorni.
3- Aiuta a sviluppare le abilità del linguaggio e ad ampliare il proprio vocabolario.
Leggendo vari testi, ci si informa sul mondo e al tempo stesso si leggono parole nuove, non conosciute o non usate spesso, che entrano a far parte del nostro vocabolario quotidiano.
4- Leggere libera la mente e rilassa il corpo.
Ci si può immergere in svariati mondi con un libro e rivalutare il nostro alla luce di quello che troviamo in esso. La lettura diventa così un piacere e un modo per rilassarsi. Lo stimolo "libro", costituito da caratteri neri su sfondo bianco, è sicuramente molto più rilassante dei videogiochi o del bombardamento di colori e suoni della televisione.
5- Leggere aumenta la capacità di concentrazione.
Per leggere è necessario focalizzare l’attenzione sul testo, e distoglierla da tutto ciò che può distrarci. Questo è importantissimo per allenare la concentrazione dei bambini e aiutarli a mantenerla. Ecco perché i bambini che leggono di più hanno meno difficoltà scolastiche e un miglior rendimento.
6- Più si legge, più si migliora nella lettura.
Questo è di fondamentale importanza soprattutto nei bambini perché la lettura non è una capacità innata. È sufficiente mostrare ai bambini in che direzione vadano lette le parole e aiutarli nella pronuncia dei termini più difficili in modo tale da renderli adulti in grado di avere una lettura fluida, utilissima sia per la riuscita scolastica che per il mondo del lavoro.
7- La lettura aumenta l’empatia.
Leggendo, le parole assumono la forma di immagini e ciò stimola la mente continuamente. In questo modo siamo in grado di associare dei sapori, emozioni e sentimenti provati da noi a quelli provati dai personaggi del libro. Questo è utilissimo per “entrare nei panni degli altri” e assumere prospettive diverse.
8- Leggere è un’ottima forma di intrattenimento.
I libri, con i loro personaggi, le trame, i paesaggi veri e incantati, ci accompagnano sempre. Mentre aspettiamo il treno, o siamo in fila per entrare in un ufficio, sono un ottimo modo per farci compagnia e non sentirci soli.
9- Leggere mantiene giovani e attivi.
Questo perché permette di avere un maggior spirito critico, e si acquisiscono tantissime informazioni e grazie all’interazione con l’ambiente siamo poi in grado di prendere spunto da esse per sviluppare un nostro pensiero.
Benefici della lettura
Sviluppare Empatia
Come già accennato, attraverso la lettura di un libro ci immergiamo nella vita di un’altra persona e, a tutti gli effetti, vediamo il mondo attraverso i suoi occhi. Questo processo è ampiamente confermato da numerosi studi scientifici, i cui risultati parlano chiaro: dopo la lettura, l’intelligenza emotiva risulta rafforzata, in grado, ad esempio, di “sentire” i movimenti dei personaggi nelle aree del proprio cervello deputate al movimento. A migliorare è la capacità di scoprire e capire le emozioni delle altre persone: una competenza cruciale per riuscire a destreggiarsi bene all’interno di sistemi complessi di relazioni sociali.
Dare senso alle cose
Umberto Eco ha scritto una raccolta di saggi intitolata "Sei passeggiate nei boschi narrativi" , nella quale indaga il senso e l’importanza della lettura per lo sviluppo umano. Dice Eco: «Ma passeggiare in un mondo narrativo ha la stessa funzione che riveste per il gioco per un bambino. I bambini giocano, con bambole, cavallucci di legno o aquiloni, per familiarizzarsi con le leggi fisiche. Per prendere confidenza con le azioni che un giorno dovranno compiere sul serio. Parimenti, leggere racconti significa fare un gioco attraverso il quale si impara a dar senso alla immensità delle cose che sono accadute e accadono e accadranno nel mondo reale». Leggere, dunque, è come una palestra per la nostra vita: impariamo a comprendere la realtà e i suoi meccanismi, e ci esercitiamo ad affrontarla.
Aprirsi alle opportunità
Scrive lo scrittore spagnolo Javier Marias : «L’uomo ha bisogno di conoscere il possibile oltre che il vero, le congetture e le ipotesi e i fallimenti oltre ai fatti, ciò che è stato tralasciato e ciò che sarebbe potuto essere oltre a quello che è stato». C’è come un sollievo nell’immergersi in una narrazione, che ci infonde curiosità e aspettativa rispetto a quello che stiamo per leggere. L’umano ha bisogno di evadere e rifugiarsi in un “mondo possibile”, diverso dalla nostra realtà quotidiana, trovando nella lettura il suo perfetto compimento.
Imparare che non tutto va come vogliamo
Quando ci immedesimiamo in un romanzo dobbiamo sempre ricordarci che, purtroppo, non teniamo noi le redini della storia. E talvolta questo può essere doloroso o frustrante: magari il nostro personaggio preferito muore, o succede qualcosa che non avevamo preventivato, o con cui non siamo d’accordo. Eppure, ci dice ancora una volta Umberto Eco, questo è un altro grande insegnamento che la lettura ci offre. Prendendo ad esempio il capolavoro di Melville Moby Dick, Eco dice: «Se si potesse decidere dei personaggi, sarebbe come andare al banco di una agenzia di viaggi: ‘Allora dove vuole trovare la Balena, Alle Samoa o alle Aleutine? E quando? E vuole ucciderla lei, o lascia fare a Quiqueg?’ La vera lezione di Moby Dick è che la Balena va dove vuole».
Rapida forma di conoscenza
Anche nell’epoca del digitale la lettura è una delle più rapide ed efficaci forme di conoscenza di cui disponiamo. Grazie alla lettura siamo messi a parte di un’infinita varietà di esistenze, di luoghi, di tempi diversi, e possiamo ampliare il nostro orizzonte di conoscenza attraverso l’immedesimazione nelle vite altrui, comodamente seduti sul nostro divano.
Lavorare su noi stessi
Leggere è sì un modo di conoscere il mondo, ma è anche un modo per conoscere meglio noi stessi. Le parole altrui contenute nei libri che leggiamo fanno scaturire in noi emozioni, riflessioni, pensieri, che ci permettono di esplorare la nostra interiorità. Diceva Italo Calvino: «la lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, un rapporto col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre».
Leggere ci rende più sociali
Il più comune stereotipo legato alla lettura è quello che vede gli appassionati di libri come soggetti asociali. Essi sono visti come persone che si rifugiano nei libri di finzione perché faticano a trovarsi bene nella realtà. Se, da un lato, nei punti precedenti abbiamo visto come in realtà la lettura ci aiuti a vivere meglio, con più consapevolezza e coscienza di noi stessi, dall’altro lato c’è uno studio compiuto dal professor Keith Oatley dell’Università di Toronto che prova che addirittura leggere ci renda più sociali. Secondo Oatley, leggere ci aiuta a sviluppare ciò che gli psicologi chiamano “comportamenti proattivi“. Ovvero quei comportamenti che beneficiano gli altri, come la condivisione, la cooperazione, e in generale il contribuire alla comunità. In altre parole, questo studio prova che leggere ci aiuta a a trattare meglio sia noi stessi che gli altri.
I dieci diritti del lettore, da Daniel Pennac
1. Il diritto di non leggere.
Il primo e più importante dei diritti, il diritto di non leggere è fondamentale perché rende la lettura una scelta, accrescendo ancor di più il valore del gesto. Oltre a questo, è un diritto che sottolinea quanto sia legittimo preferire, alla lettura di un libro, la visione di un film, un’ora di sonno, un ora di corsa, una partita a calcio o a pallavolo…
2. Il diritto di saltare le pagine.
Tanti libri – specie in alcune descrizioni – si rivelano a tratti noiosi. Il diritto di saltare le pagine ci sgrava del senso di colpa che abbiamo provato più e più volte nel saltare più e più righe, ansiosi di andare avanti senza leggere alcune parti a nostro parere inutili.
3. Il diritto di non finire il libro.
Non è obbligatorio finire un libro che si è iniziato, eppure abbiamo provato tutti quel senso di inadeguatezza che si prova nell’abbandonare la lettura di un libro definito un classico, un capolavoro. Abbiamo vissuto questo abbandono come una sconfitta. In realtà, lasciare un libro a metà è un nostro inalienabile diritto.
4. Il diritto di rileggere.
Tanti si chiedono perché stai leggendo ancora quel libro, “Ma non l’hai letto già tre volte?”. E allora? Qual è il problema? Rileggere ciò che abbiamo amato è stimolante, permette di entrare ancor più in empatia con uno scrittore e le sue opere.
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa.
Abbiamo il diritto di leggere ciò che vogliamo, dal rosa al giallo, dal thriller allo storico, dai romanzi definibili con un genere ai romanzi non definibili. Nessuno ha il diritto, invece, di criticare le scelte di lettura delle altre persone.
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa).
E’ uno dei diritti più belli: il diritto a emozionarsi, a lasciarsi prendere dalla storia. Il diritto a piangere, se è il caso. I libri possono salvarci la vita e nella vita abbiamo tutti bisogno di momenti di evasione e di puro godimento.
7. Il diritto di leggere ovunque.
I luoghi dedicati alla lettura ci sono ma non sono gli unici posti in cui si può prendere un libro e leggere. Certo, è bello leggere in biblioteca e in libreria, ma è altrettanto bello leggere in metro, sull’autobus, su una panchina, in coda al bancomat, e anche camminando – seppur stando attenti ai pali.
8. Il diritto di spizzicare.
Abbiamo il diritto di leggere un paio di pagine, una pagina o anche solo qualche riga, per poi lasciare quel libro, prenderne un altro e far con quello la stessa cosa.
9. Il diritto di leggere ad alta voce.
Leggere ad alta voce è magico, c’è poco da fare. Ognuno di noi dovrebbe sempre avere al suo fianco qualcuno disposto ad ascoltare. Trasforma completamente la lettura.
10. Il diritto di tacere.
L’ultimo è il più enigmatico. Può voler dire semplicemente che non siamo costretti sempre a parlare. La lettura è un'azione – a meno che non ci si avvalga del diritto n. 9 – quanto mai silenziosa. Pennac commenta così questo diritto: “L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui”.